Castello Destino, Latveria

La stanza è illuminata dalle candele del lampadario olografico, ed è dominata da un grande mappamondo risalente al diciassettesimo secolo. Victor Von Doom beve un sorso di vino dal calice del tesoro di Attila. Osservare l’intero pianeta dall’alto, come un dio imparziale ed implacabile, ha ispirato molti dei suoi piani.

-Qualcosa ti turba, mio amato? – chiede Morgana, le cui dita sottili accarezzano l’armatura del dittatore.

-Nulla può turbare Destino – risponde Victor, una reazione istintiva.

-Naturalmente. Ma non occorre essere una strega per comprendere che la tua anima è tormentata. Quali pensieri ti attanagliano, Victor?

-Vendetta.

Ad un movimento della mano di Destino, otto punti si illuminano sul mappamondo; accanto ad essi appaiono altrettante immagini di uomini e donne. Morgana non ne riconosce nessuno, ma persino la sua anima nera sussulta.

-Nemici, Victor?

-Vecchi alleati e pretendenti alla conquista della Terra che è mia di diritto. Qualcuno deve proteggere il mondo da loro, dato che i cosiddetti eroi sono così prevedibili ed inefficaci. Ora che possiede informazioni sulla mia tecnologia [1], Vendetta potrebbe allearsi con uno di loro per cercare sconfiggermi. Uno scontro diretto non è nei miei piani, al momento.

-Parlami di questi... “pretendenti”.

-Dubito che Namor o Magneto, il Signore del Magnetismo, si fiderebbero di Vendetta. Apocalisse e Fu Manchu sono delle incognite millenarie su cui devo apprendere di più. Il Barone Mordo e Lilith, la signora dei vampiri [2], non hanno interesse per la tecnologia. Il Teschio Rosso brama da tempo le mie armi e sarebbe abbastanza pazzo da attaccarmi di nuovo. Il Capo ed il Mandarino, nonostante l’ossessione del primo per la propria nemesi e l’estrema arroganza del secondo, potrebbero rivelarsi avversari notevoli. [3]

-E che mi dici del tiranno che sta affrontando la tua serva preferita?

-Tyrannus non è che una pedina insignificante nei miei piani. Se Lancer non è capace di occuparsene da sola, non è degna di essere l’araldo di Destino.

 

#4 – Destino Underground

di Fabio Furlanetto

 

Subterranea

Il calore e la pressione sono quasi insostenibili. Clay Quartermain asciuga il sudore sulla fronte, nascondendosi dietro l’angolo per non farsi vedere dalle guardie.

La pelle gialla e le proporzioni non esattamente umane gli fanno capire subito che si tratta di Tirannoidi, fedeli soldati schiavi di Tyrannus.

Sono solo una mezza dozzina ed armati solamente di lance primitive, quindi un agente SHIELD esperto come Clay potrebbe cadere nell’errore di affrontarli direttamente. In realtà Clay sa benissimo che quelle armi sono senza ombra di dubbio molto più avanzate di quanto sembrino, e che se si lasciasse trovare si ritroverebbe a dover affrontare centinaia di Tirannoidi.

Qualcuno afferra Clay alle spalle, coprendogli la bocca con la mano: la sua prima reazione è mordergliela, ma non ha l’effetto sperato.

-Shh – intima una voce femminile.

Un Tirannoide passa di fronte a Clay proprio in quel momento: guarda nella sua direzione, indugiando per qualche secondo prima di riprendere la propria ronda.

L’assalitrice lascia la presa. Clay potrebbe approfittarne per attaccare, ma riconosce che se Lancer non avesse reso entrambi invisibili sarebbe stato scoperto.

-Come hai fatto a liberarti? – gli chiede con un tono di voce normale.

-Parla più piano! Vuoi farci scoprire proprio adesso? – sussurra Clay.

-Ho un attenuatore sonoro. Finché mi stai vicino, puoi urlare a squarciagola e nessuno ti sentirà.

-Hai un bel po’ di gadget...da qualche parte – commenta Clay, ammirando il costume aderente.

-Parliamoci chiaro, SHIELD. Se vuoi uscire vivo da questo posto, farai esattamente come ti dico.

-Chiamami Clay. Non è la prima volta che scappo da una prigione inespugnabile, sai?

-Non dubito che tu possa fuggire da solo. Sto dicendo che se ci provi ti ammazzo.

-Allora perché non l’hai lasciato fare alla guardia?

Lancer esita a rispondere; il coinvolgimento dell’agente SHIELD complica il piano. Non ha bisogno di tornare indietro a liberare lo Straniero... con il localizzatore che ha con sé, la rete di teletrasporto di Destino potrebbe recuperarlo anche adesso...ma l’agente sarebbe alla mercé di Tyrannus.

-Questa posizione non è sicura; posso eludere i sistemi di sicurezza, ma non posso mantenerci invisibili per più di pochi secondi. Dobbiamo trovare Tyrannus.

 

Al confine tra Cina e Mongolia

La giovane ragazza resta impassibile mentre le inservienti la preparano a dovere. Tutto dev’essere assolutamente perfetto: il trucco, l’acconciatura, il vestito.

Il suo nome non ha importanza. Come tutte le ragazze che lavorano in questo luogo è stata salvata da una vita di miseria ed assoluta povertà. L’unico prezzo: lealtà incrollabile all’uomo che ora è il suo padrone. Le porgono il vassoio e lei si incammina, esotica e regale, attraversando il recinto che separa le cucine dal Palazzo Reale.

I soldati di terracotta di guardia all’esterno del Palazzo (in realtà sofisticati robot) verificano che si tratta realmente della cameriera e la lasciano passare.

La ragazza attraversa le enormi stanze finemente decorate, insignificante come una formica in un tempio. Ed il suo padrone, in questa città invisibile alla tecnologia, è per lei un dio.

Si inginocchia di fronte a lui, porgendo umilmente il vassoio. Il Mandarino non la guarda neanche quando afferra la tazza da tè; uno degli anelli alieni emette una nota distinta quando tocca la tazza.

-Sei un uomo difficile da trovare – osa dire.

Il Mandarino la guarda attraverso il vapore del tè. E’ la prima volta in cui una delle cameriere gli rivolge la parola senza essere stata interpellata.

-Tu non sei chi fingi di essere – capisce il Mandarino.

-Molto perspicace. Il mio nome è Vendetta, ed ho una proposta per te.

-E per quale motivo dovrei ascoltarla, invece di usare l’anello disintegratore per strappare la carne dalle tue ossa per aver violato la santità della mia casa?

-Primo, perché questo è solo il corpo che indosso per parlarti. Secondo, perché posso offrirti i mezzi per conquistare il mondo.

-Non ho bisogno del tuo aiuto, “Vendetta”. E per mia esperienza, chi possiede capacità degne della mia attenzione raramente è disposto a concederle senza chiedere un prezzo molto alto.

-Tutto quello che chiedo è il tuo aiuto per distruggere definitivamente il Dottor Destino.

Il Mandarino sorseggia il tè, cercando di leggere l’espressione facciale della ragazza: può intravedere l’ombra della follia nei suoi occhi. Ed un’altra cosa: cieca determinazione.

-Sto ascoltando.

 

Nel sottosuolo

Le guardie di Tyrannus sono estremamente prevedibili: sono state addestrate a ripetere continuamente la propria ronda, e non prendono mai l’iniziativa di cambiare percorso di un solo passo. Lancer e Clay Quartermain riescono persino a camminare dietro di loro a due passi di distanza: finché non fanno rumore, i Tirannoidi non si voltano nemmeno.

-A cosa ti serve lo Straniero? A giudicare dai tuoi gadget, giochi ad un livello molto più alto di lui – chiede Clay, cercando di approfittare della situazione per recuperare informazioni. E’ pur sempre una spia, in fin dei conti.

-Ha contatti ovunque ed è insospettabile. Mi sorprende che avesse un agente SHIELD alle calcagna.

-Non immagini quanto lavoro ci è voluto anche solo per sospettare che quell’uomo è lo Straniero; tutto lavoro buttato all’aria grazie a te, tra parentesi.

-Non sentirti offeso. Lavoro ad un livello molto più alto – risponde Lancer, senza provare nemmeno a nascondere la propria superbia. Forse ha frequentato troppo Destino, pensa.

-Sapevi che Tyrannus non aveva davvero con sé il Vaso di Pandora, vero? Era tutto un elaborato piano per farti catturare – capisce Clay.

-Questi tunnel sono perfettamente schermati da tecnologia Deviante; non c’è modo per trovarli senza sapere già dove sono. Per fortuna, Tyrannus è così sicuro che le sue difese siano impenetrabili da non aver nemmeno installato delle telecamere a circuito chiuso.

-Hai tutte le risposte, Samantha. Sai anche perché un’americana scomparsa durante l’invasione marziana di due anni fa sta dando la caccia a Tyrannus?

-Sei bravo come spia, SHIELD, ma non così bravo – taglia corto la donna.

-Lavori per i marziani?

-...

-Hey, nel nostro campo non si può tralasciare nessuna pista.

Lancer scuote la testa, fermandosi alla fine dell’interminabile corridoio: c’è una massiccia porta di metallo di fronte a lei con la scritta SPQR a lettere cubitali.

-Ci siamo. La sala del trono di Tyrannus – annuncia, afferrando la mano di Clay.

Entrambi passano attraverso la porta, intangibili per il tempo sufficiente.

 

Varf Mandra

Transilvania, Romania

Per le autorità rumene, il Castello Mordo è disabitato ed in rovina. Nonostante le periodiche proposte di ristrutturarlo per rendere Varf Mandra un’attrazione turistica, nessuno osa avvicinarsi a questo castello che sembra uscito da un film horror degli anni 30.

I fulmini neri che fendono il cielo danno ragione a chi si tiene alla larga. Karl Amadeus Mordo è in cima alla torre principale, pronunciando un incantesimo più vecchio dell’umanità.

-Sinistre saette di Satannish, il vostro potere richiamo perché l’anima del mio nemico si danni!

-Non fa rima – nota uno dei gargoyle che difendono il castello.

Il Barone Mordo lancia uno sguardo sospettoso verso la statua di pietra che si è animata.

-Lamentati con Satannish, è quasi impossibile farlo rimare. Che cosa vuoi, spirito vagante? – chiede il Barone, facendo cenno alla tempesta oscura di svanire.

Un istante dopo, il cielo è limpido e carico di stelle. Il rituale può aspettare.

-Sei un abile mistico, Barone. Forse secondo soltanto al Mago Supremo, anche se il Dottor Destino non sarebbe d’accordo.

-Destino? Bah! Un dilettante che si appoggia alla tecnologia mondana. Porti qualcosa che non siano insulti, spirito, o devo spedirti tra le fauci degli Orrori dell’Abisso Senza Tempo?

-Il mio nome è Vendetta. E se mi aiuterai a distruggere il Dottor Destino, ti consegnerò tutti gli oscuri talismani che custodisce gelosamente.

Il Barone riflette sulla proposta, accarezzandosi il pizzetto. Potrebbe ricavarne un vantaggio insperato nella sua eterna lotta con il dannato Dottor Strange.

-Accetto. Ma stai attento, Vendetta: il Barone Mordo è abituato a trattare con i diavoli.

-Bene, perché il nostro nemico è abituato a sconfiggerli.

 

Sala del Trono dell’Imperatore Tyrannus

Ogni angolo dell’immensa caverna è carico di tesori di ogni epoca, dall’Antica Roma all’Impero Britannico al Terzo Reich. Tyrannus ha vissuto ognuno di questi periodi, ignorato dal mondo di superficie, e non si è fatto scrupoli a goderne i frutti.

Due cose attirano l’occhio di Clay Quartermain. La grande mappa del pianeta sovrastata da pesanti macchinari in bronzo è una; a giudicare la forma imprecisa dei continenti, nessuno l’ha aggiornata negli ultimi mille anni. La sorgente di acqua limpida è l’altra.

Tyrannus è inginocchiato di fronte alla sorgente, riempiendo un calice dorato di acqua fresca.

Clay si prepara ad attaccare Tyrannus alle spalle, approfittando del fattore sorpresa, ma i Tirannoidi iniziano a fare rumore battendo ritmicamente le lance contro il suolo.

-Perdonateli. E’ piuttosto raro ricevere ospiti – si scusa Tyrannus, voltandosi. La sua faccia è ancora scarnificata dall’uso del falso Vaso di Pandora, ed invece di bere si rovescia il calice sul volto.

I Tirannoidi afferrano Quartermain e Lancer per le braccia, ma nessuno dei due sta pensando alla fuga in questo momento: sono intenti a fissare la carne ricrescere sul teschio di Tyrannus.

-Un piano ingegnoso, lasciarsi catturare per rubare l’acqua della Fonte della Giovinezza.

-Non montarti la testa, Spartacus dei poveri: siamo qui solo per prenderti a calci – risponde sprezzante Clay Quartermain.

-Parla per te – lo corregge Lancer. Alle sue parole è accompagnata una scarica elettrica con un voltaggio sufficiente a far cadere a terra privi di vita i due Tirannoidi che la bloccavano.

Un istante dopo, si ritrova duecento lance laser puntate contro.

-Sono qui solo per l’acqua, Tyrannus. Una volta recuperata ti lascerò vivere – chiarisce Lancer.

-Ecco perché non si manda una donna in guerra. Non ti sei accorta che ho un esercito? – la canzona Tyrannus. Lancer si limita a premere un pulsante nascosto sul polso.

-Anche io.

Un bagliore di luce verde rende la caverna ancora più affollata di quanto non fosse prima: un intero squadrone di robot d’assalto è stato teleportato in questo regno sotterraneo.

La battaglia con le forze di Tyrannus inizia immediatamente dopo.

 

New York City

La donna che si sta rilassando nella sauna potrebbe avere qualunque uomo. Bella, intelligente, ricca. Completamente amorale.

Sul tablet ultrasottile che tiene in mano le proiezioni dei profitti del prossimo trimestre cambiano rapidamente forma, fino a quando cifre e numeri non rappresentano un volto.

-Posso avere la sua attenzione, Madame Minaccia?

La donna si copre con l’asciugamano, continuando senza scomporsi la conversazione con il tablet.

-Devi avermi confusa con qualcun’altra: il mio nome è Sunset Bain. Non ho il piacere di conoscere il tuo; come hai fatto a superare il firewall?

-Io sono Vendetta e conosco molti segreti. Compresa l’identità criminale che non usi più da anni.

-Hai intenzione di ricattarmi, Vendetta? Sarebbe un grave errore.

-No, non sarebbe prudente: nessuno è più capace di manipolare gli altri di Sunset Bain. E non c’è nulla di meglio di un manipolatore per contrastarne un altro.

-Se hai una proposta di affari, il mio orario di lavoro comincia alle otto di mattina.

-Voglio che tu ti unisca a me per distruggere il Dottor Destino.

Sunset Bain osserva il volto composto di numeri, soppesando accuratamente la proposta.

-No – risponde seccamente, lasciando cadere a terra il tablet ed uscendo dalla sauna.

Il vapore invade l’abitazione, oscurando le copertine dei giornali incorniciate...copertine che la dichiarano imprenditrice dell’anno, regina del jet set, self made woman più ricca del mondo.

L’intelligenza artificiale della casa segue Sunset nel suo cammino; la sua voce maschile perde l’accento inglese per acquisire l’inflessione di Vendetta.

-“No”? Ti sto offrendo la possibilità di conquistare il mondo.

-Non mi interessa. Ho già visto troppe menti brillanti sprecare la propria vita in cerca di un obiettivo impossibile; io ho già tutto quello che posso desiderare.

-Compresi gli schemi dell’armatura del Dottor Destino?

Sunset Bain si ferma, voltandosi di scatto verso l’interfono e puntando il dito contro l’essenza che la sta controllando:

-Né io né la Stark-Fujikawa possiamo essere collegati a nulla di tutto questo.

-Non c’è problema. Non voglio l’aiuto della Vice Presidente Scienza e Tecnologia della Stark-Fujikawa. Non voglio Sunset Bain. Voglio Madame Minaccia.

-Madame Minaccia non esiste più.

-Ne sei così sicura?

L’appartamento cade improvvisamente nel buio, e Sunset Bain è di nuovo sola. Quando le luci si riaccendono, ha in mano la copertina che tiene da anni nascosta in un cassetto.

Mostra una foto sbiadita di una donna con in mano un fucile laser, protetta da mercenari e robot. Il titolo recita “Madame Minaccia: la donna più pericolosa del mondo?”

Sunset Bain sorride. La nostalgia può essere molto dannosa...per gli altri.

 

Sala del Trono dell’Imperatore Tyrannus

La priorità di Clay Quartermain è togliersi dalla linea di tiro. L’esercito di Tyrannus è bene armato, ma i robot sono implacabili ed attaccano con una precisione disumana.

Per sua fortuna Clay è un bersaglio molto più agile dei Tirannoidi, e riesce non solo ad evitare i colpi ma anche a recuperare una delle lance.

Poco distante, Lancer sta combattendo con Tyrannus stesso: le lame di plasma incandescente che fuoriescono dalle sue dita tagliano la spada del tiranno come se fosse burro fuso.

-Stupida serva! Credi di poter sconfiggere l’Imperatore di Roma!? – grida Tyrannus, estraendo rapidamente un coltello e pugnalando Lancer allo stomaco.

-Stai lontano da lei! – intima Clay Quartermain, puntando la lancia contro Tyrannus e preparandosi a fare fuoco. Solo allora si rende conto della situazione: Lancer ha afferrato il coltello prima che la potesse toccare.

-Imperatore? Ma per piacere – commenta la donna, spezzando il coltello a mani nude e conficcando le lame di energia nel petto di Tyrannus. L’antico romano urla di dolore.

-Con la tua tecnologia avresti potuto conquistare il mondo da tempo, ma hai preferito nasconderti nel tuo piccolo regno dove tutti ti adorano senza discutere. Sei poco più di un bullo.

-Sei sicura...di parlare...di me? – chiede Tyrannus con un filo di voce.

-Lancer! Lascialo andare! – minaccia Clay.

-Rilassati, SHIELD: con la quantità di acqua della Fonte della Giovinezza che ha bevuto nel corso dei millenni, è quasi impossibile ucciderlo. Vivrà – risponde Lancer, ritraendo le lame e lasciando cadere il tiranno di fronte alla fonte mistica. Clay non la toglie dalla propria mira.

-Ragazza, non so per chi lavori, ma scordati che ti lasci andare via di qui con quell’acqua!

I passi pesanti dei robot scuotono il terreno della caverna, avvicinandosi a Clay. Il rumore della battaglia è cessato perché non c’è più un Tirannoide vivo nel raggio di centinaia di metri.

-Sarei curiosa di sapere come mi fermeresti, SHIELD. E come faresti a tornare in superficie – risponde Lancer con calma, recuperando il calice dorato caduto a terra e riempiendolo d’acqua.

Clay Quartermain soppesa le proprie opzioni. Lascia cadere a terra l’arma ed alza le mani.

-Peccato, contavo di dare un pugno in faccia a Tyrannus.

Lancer attiva il teletrasporto, svuotando rapidamente la caverna. Ora è sola assieme a Tyrannus e ai cadaveri dei Tirannoidi.

-Che cosa ci fai ancora qui? Hai l’acqua. Hai detto che mi avresti lasciato vivere!

-Non ho mai detto che sarebbe stato piacevole – chiarisce Lancer, scagliando dieci lame di plasma contro il soffitto della caverna.

Tyrannus la osserva teleportarsi via, lasciando cadere la caverna nel silenzio. Cerca di rialzarsi in piedi: il petto è in fiamme, e anche all’acqua serviranno giorni per farlo tornare in forma.

Un sasso che cade rompe il silenzio. Seguito da un altro. E un altro ancora. Il soffitto della caverna si riempie di crepe, ed i sassi che precipitano lasciano il posto ai primi macigni.

Hôtel de Paris Monte-Carlo

Principato di Monaco

Lancer osserva il calice dorato posato sul tavolo. Basterebbe un sorso...un sorso per non invecchiare mai più, per vivere per sempre. Sempre che non sia già immortale; non le piace pensarci, ma è rimasto ben poco di umano in lei dopo le operazioni a cui l’ha sottoposta il Dottor Destino.

Lo Straniero appoggia le mani sulle sue spalle, suggerendo con voce melliflua:

-Potremmo tenercelo, Lancer. Pensaci: solo noi due, per l’eternità, a fronteggiare tutto ciò che il mondo può mandarci contro senza paura di morire.

-Non farmi rimpiangere di averti tirato fuori dalla camera di tortura di Tyrannus – taglia corto lei, afferrando il calice per assicurarsi di non perderlo di vista neanche per un istante.

-A proposito di rimpianti...che fine ha fatto l’agente SHIELD che hai salvato?

-Nella sua stanza, privo di sensi. Quando si sveglierà, non ci sarà più nessuna traccia di noi.

-Spero per te che sia vero, Lancer. E’ pericoloso mandare all’aria un’operazione di questo calibro per dei sentimentalismi da super-eroe.

-Metterlo in salvo era la cosa giusta da fare. Non sono una volgare assassina.

-Nessuno lo è finché non si presenta l’occasione giusta, mia cara.

 

Castello Destino, Latveria

Lancer cammina impaziente al fianco di Boris, infastidita dal fatto di dover tenere il passo dell’anziano. Gli onnipresenti robot di guardia si mettono sull’attenti al loro passaggio...e Lancer non può fare altro che chiedersi chi dei due stiano salutando.

Lancer non si è ancora abituata al silenzio assordante del castello: deve dire qualcosa.

-Boris, se non sono indiscreta...quanti anni hai?

-Abbastanza da rendere la domanda indiscreta – risponde l’uomo.

-Penso che questo sia per te – nota Lancer, agitando il calice dorato ma stando estremamente attenta a non versarne nemmeno una goccia.

-Anni fa, Victor mi chiese se volessi tornare giovane. Gli risposi che non avrebbe dovuto preoccuparsi: le donne latveriane apprezzano l’uomo maturo. Evidentemente non è così in America.

-Sempre una risposta pronta. C’è persino chi dice che tu sia già immortale, Boris...che tu abbia venduto la tua anima al diavolo pur di servire Destino.

-Mi fa piacere saperlo. E’ una diceria che ho diffuso io.

-Sai molte più cose di quanto non vuoi dare a credere, Boris. E’ forse...l’acqua è per Destino?

-Se il Dottor Destino volesse sconfiggere la Morte, bambina, l’avrebbe già trafitta con la sua stessa falce. Non avrebbe mandato un’emissaria per una simile impresa.

La pesante porta del salone si apre da sola con un cigolio studiato ad arte. Il Dottor Destino sta aspettando, e com’era prevedibile al suo fianco c’è uno specchio con l’immagine di Morgana.

Per qualche ragione, quella donna dà i brividi a Lancer. Non è solo il fatto che non l’abbia mai vista di persona ma abbia solo osservato il suo riflesso mistico...c’è qualcosa di minaccioso in quegli occhi. Il fatto che sia sempre più spesso al fianco di Destino non è un buon segno.

-Lancer. Noto con piacere che la missione è stata un successo.

-Tyrannus è sconfitto, signore. Ed ho recuperato l’acqua della Fonte della Giovinezza – risponde Lancer, inginocchiandosi e porgendo il calice dorato al Dottor Destino.

Il guanto di ferro stringe la reliquia. Lancer alza gli occhi per osservare il momento storico.

-Destino è soddisfatto. Puoi andare, Lancer.

Invece di bere, il Dottor Destino avvolge il calice in un campo di forza e lo porge ad un robot. Lancer si rialza in piedi, osservando il robot allontanarsi con l’immortalità tra le mani.

-Ringraziamo per l’udienza concessa, Lord Destino – intercede Boris, afferrando Lancer per un braccio e cercando di allontanarla dal tiranno in armatura.

-Aspetta! Qual è il piano...studiare il segreto dell’immortalità? Rendere invincibile il tuo esercito? Offrire la cura di tutte le malattie in cambio del potere assoluto?

L’espressione facciale di Destino è impossibile da comprendere: la maschera lo rende completamente disumano. Ma Lancer giurerebbe che sta sorridendo...lo stesso sorriso che si concede ad un bambino quando pretende di avere ragione.

-Una visione così limitata, Lancer, è il motivo per cui solamente Destino è Destino.

Lancer si lascia trascinare via da Boris. Quando si trova sulla soglia però si volta, cogliendo nello specchio il volto sorridente di Morgana.

Se mai avesse dubitato dell’esistenza del male, quel sorriso l’avrebbe fatta ricredere.

 

Sottoterra

Milioni di tonnellate di roccia schiacciano secoli di tesori rubati e tecnologie aliene. La sorgente sotterranea è completamente bloccata da pesanti macigni...a parte una goccia che ritmicamente cade, scivolando sulla pietra fino a toccare una mano.

Nemmeno l’acqua della Fonte della Giovinezza basta a tenere in vita un corpo così martoriato. Ma l’odio è una forza molto più potente della magia, e la mano si stringe in pugno.

 

CONTINUA !

 

 

Note

Potete leggere i sinistri piani del Mandarino e gli intrighi di Sunset Bain sulle pagine di Iron Man (e dove sennò?).

Per i piani di Vendetta, le manipolazioni di Morgana e le contromosse del Dottor Destino, invece, questa serie è il posto giusto.

 

 

 

 

 

[1] Nel numero 2

 

[2] Se avete letto lo Speciale 50 Anni, o se seguite La Tomba di Dracula, sapete di cosa sta parlando

 

[3] Questa frase è completamente priva di ironia